Questo è un momento drammatico per tutto il popolo ebraico, quello che vive in Israele in primis. Il nostro pensiero e le nostre preghiere sono per le vittime (sia il loro ricordo di benedizione) dell’orribile attacco di Hamas, e alle loro famiglie, agli ostaggi, a coloro che da oltre una settimana sono sotto il fuoco di decine di migliaia di missili lanciati ancora oggi sulle città di tutta Israele, da nord e da sud, indiscriminatamente che siano a maggioranza ebraico o araba. A tutti gli innocenti che sono vittime della barbarie di Hamas, anche a quei civili di Gaza che loro malgrado ne sono ostaggio. Sono rivolti ai figli della nostra comunità, dei quali siamo orgogliosi, che ora sono in Israele e stanno dando il loro contributo. Sono rivolti ai nostri amici e parenti e a tutti gli israeliani, padri e madri di famiglia, giovani e non, che hanno lasciato il loro lavoro e ciascuno secondo le proprie possibilità stanno contribuendo a uno Stato che di fronte a questa tragedia sta dimostrando un un’unità straordinaria che solo due settimane fa sembrava lontana. Questa è la grande forza del popolo ebraico dall’inizio della sua storia: trovare l’unità nei momenti di crisi e a questa unità oggi Israele deve attingere.
Abbiamo avuto come comunità attestati di vicinanza e solidarietà da sindaci, capi religiosi, amministratori, e, soprattutto da tante persone e di questo siamo profondamente commossi e grati a tutti.
Ma chi pensa che la battaglia in corso sia solo quella del popolo ebraico sbaglia di grosso. Israele è oggi in prima linea sì, ma in una battaglia per la civiltà. Nella sua storia il popolo ebraico ha sempre avuto il difficile ruolo di cartina di tornasole per il rispetto dei diritti delle persone. In tutta la nostra storia diasporica, in ogni momento che un imperatore, un re, un governante, un capo religioso abbia cercato di instaurare un regime autoritario, ha sempre trovato gli ebrei di mezzo e per questo ha deciso di perseguitarli. Questo perché il popolo ebraico ha un senso assoluto e alto della giustizia e della libertà. Albert Einstein ringraziava di essere ebreo per il fatto che il popolo ebraico ha un amore fanatico per la giustizia.
Quello che si è visto sabato 7 ottobre, nel giorno della festa della Torà, uno dei più gioiosi dell’anno, in cui si balla coi rotoli della Torà, ha senz’altro smosso nel mondo molte coscienze, almeno quelle delle persone di buon senso. Non intendo qui citare gli orrori che ci sono stati, sia perché immagino che qui non ce ne sia bisogno, ma soprattutto perché non voglio profanare l’immagine divina, con cui Dio ha creato l’uomo. Ed è davvero incredibile che ci sia stata la necessità di far vedere delle immagini dello strazio dei bambini di bet Aza perché non si pensasse che si trattasse di fake news.
Fa male tuttavia vedere ancora troppi distinguo. Vedere che anche in Italia, quanto accaduto si trasformi in un’accusa a Israele. Vedere che si confonde la causa palestinese con un’organizzazione terroristica e antiebraica che nel suo statuto fondativo impone di cercare gli ebrei ovunque si trovino dietro ogni sasso e dietro ogni albero. Chi ha agito una settimana fa lo ha fatto in coerenza con questo statuto. Sono bastate poche ore di mancato controllo ed è successo l’orrore. Pensate cosa avrebbero potuto fare con maggiore libertà di azione. Questo è in linea con l’operato di Al Qaeda, delI’ISIS, e le dinamiche ci riportano indietro di 80 anni al nazifascismo. Vedere che oggi ci sono degli Stati sovrani che appoggiano dichiaratamente Hamas, che si congratulano per l’orrore assoluto di andare a cercare casa per casa i civili, gli anziani, i bambini, per ucciderli uno per uno a sangue freddo, deve essere un campanello d’allarme per tutta la società civile, per chiunque crede negli ideali di pace, fraternità e giustizia.
In Europa abbiamo raggiunto un livello alto dei concetti di libertà e giustizia, e lo abbiamo fatto sulla nostra pelle con rivoluzioni, rinascimenti e resistenze, e con il contributo e ahimè il sacrificio degli ebrei europei. In Europa abbiamo raggiunto l’idea della sacralità della vita umana, di qualunque essere umano. l’Europa deve capire (e mi sembra che lo stia capendo, almeno a livello istituzionale) che si deve essere pronti a combattere contro chi questi valori, non solo non li accetta, ma in sostanza li vuole distruggere.
È per questo che oggi il mondo libero deve stringersi intorno a Israele in questa battaglia per la civiltà, una battaglia che non è certo rivolta verso i civili, ma verso chi i civili li considera come pedine per un progetto ignominioso. State certi che questo Israele non lo permetterà, ed è bene che oggi tutto il mondo libero sia solidale con Israele in questa lotta contro il terrorismo.